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Kombucha: perché sempre più ristoranti lo cercano?

Ispirato ad un’antica tradizione orientale, il kombucha è considerato un vero e proprio “elisir di lunga vita”; una bevanda che, da qualche tempo, ha catturato l’interesse dei professionisti della ristorazione.

Il motivo? Lo abbiamo chiesto a Sebastian Prennushi e Roberta Nobile che a Duino Aurisina (TS), a 200 metri dal mare, hanno avviato la propria attività di produzione: un piccolo – e sterile – laboratorio, dove il kombucha nasce, evolve e incontra preziosi superfoods.

“Ci trovavamo entrambi a Vancouver per lavoro e in città era frequente trovare, sia al supermercato che all’interno di bar e ristoranti, il kombucha: una bevanda derivante dalla fermentazione del tè, disponibile in diversi gusti. Dopo averne assaggiati alcuni e aver apprezzato gli effetti benefici che il kombucha aveva sul nostro organismo, abbiamo deciso di approfondirne il metodo produttivo, così da provare a replicarlo a casa. I primi esperimenti risalgono al periodo del lockdown e li abbiamo svolti all’interno della nostra camera: uno spazio piccolo, parte di un appartamento condiviso con altri coinquilini. Dopo ripetute prove, siamo giunti a un risultato che ha soddisfatto entrambi, tanto che abbiamo deciso di sfruttare la nostra passione per trasferirci nuovamente in Italia e aprire la nostra piccola realtà. Come luogo per la produzione, abbiamo scelto un laboratorio a pochi chilometri dalla città di Trieste. Uno spazio immerso nel verde, dove il particolare micro-clima influisce positivamente sulla produzione del kombucha.” – interviene Roberta.

Kombucha: ecco come nasce il celebre elisir di lunga vita

Una passione, quella per il kombucha, nata spontaneamente ma non priva di solide conoscenze: Roberta, infatti, vanta un background formativo in Scienze e Tecnologie Erboristiche, che le ha permesso di strutturare un “approccio scientifico” alla produzione.

“Il processo inizia da una miscela di tè e zucchero, a cui viene aggiunto lo SCOBY: una coltura probiotica, contenente diverse colonie batteriche che vivono in simbiosi. I batteri si nutrono dello zucchero presente nella soluzione, avviando così la fermentazione. Si tratta di una fermentazione aerobica, che avviene cioè in presenza d’ossigeno, ad una temperatura di 20-25°C e la cui durata oscilla in media tra le 2 e le 4 settimane. In generale, più il tempo passa, più il kombucha tende a diventare acidulo. Noi abbiamo optato per dei tempi medi di produzione, che ci consentono di ottenere un kombucha dal gusto fresco e gradevole” – continua Roberta.

Superfoods e kombucha? Gli effetti benefici di un connubio perfetto

Una bevanda naturalmente frizzante e analcolica (alcol <1%), che mantiene inalterate le sue proprietà, grazie alla mancata pastorizzazione; proprietà che vengono ulteriormente amplificate dall’aggiunta di erbe officinali, oli essenziali e frutta biologica.

“Durante il processo di fermentazione, si producono diverse sostanze utili quali vitamine del gruppo B e C, antiossidanti ed enzimi digestivi; sostanze termolabili, che un eventuale pastorizzazione rischierebbe di annullare. Il kombucha è, dunque, un toccasana per l’organismo: ha una potente azione anti-infiammatoria, aiuta a mantenere alti i livelli di energia ed è un efficace adattogeno, grazie all’elevato contenuto di L-Teanina. Ai benefici ben noti del kombucha abbiamo associato quelli di altri ingredienti, che selezioniamo con cura in Italia e nel mondo: dallo zenzero biologico peruviano alla rosa canina, fino all’Erica e alla Melissa. Vogliamo, infatti, che le nostre bevande non siano solo gustose ma anche funzionali e possano diventare parte integrante di una dieta sana ed equilibrata.” – aggiunge Roberta.

Atomic Ginger, Blu Jasmine, Holy Guava e Singature Rosè sono i gusti che attualmente caratterizzano l’offerta di Intro Foods; un’offerta destinata a crescere e ad arricchirsi di nuove “ricette”.

La bevanda analcolica che mancava al ristorante: ecco perché sceglierla

E se è vero che, fino a pochi anni fa, il consumo del kombucha in Italia era limitato ad una ristretta nicchia di appassionati, oggi non è più così. La sua richiesta, infatti, sta aumentando vertiginosamente anche al ristorante, segno che il mercato è ormai maturo e pronto ad accoglierlo.

“Sono sempre di più le persone che scelgono drink alcol-free al ristorante, sia per timore di essere sanzionati alla guida sia per una minor tolleranza verso l’alcol stesso. E il kombucha va a sanare un gap che esiste ormai da anni: spesso, quando chiediamo una bevanda analcolica al ristorante, ci vediamo propinare le solite bevande gassate e ricche in zuccheri, quali Fanta e Coca-Cola, senza un’opzione B. Il kombucha, grazie al suo gusto acidulo e complesso che ricorda il vino, rappresenta un’alternativa. Può essere consumato da solo oppure abbinato a diverse tipologie di piatti: dalla classica pizza alle carni bianche, fino ad una tartare di pesce e a piatti etnici. Si tratta, dunque, di una bevanda estremamente versatile, che non fa rimpiangere la mancanza del vino o di altri alcolici a tavola. L’ideale è servirlo fresco, da frigorifero, per apprezzarne al meglio le qualità gustative e olfattive. ” – precisa Sebastian.

Non è solo il sapore a rendere il kombucha di Intro Foods diverso dagli altri disponibili in commercio. Oltre ad essere uno dei pochi Made in Italy, ha un packaging accattivante, che lo fa risaltare a scaffale: viene venduto in pratiche bottigliette in vetro da 375 ml, con un’etichetta colorata, giovanile e di design.

La scelta del packaging in vetro è legata alla sostenibilità. Il vetro, infatti, è uno dei pochi materiali riciclabili al 100%. Un aspetto importante per Roberta e Sebastian, che fanno coppia sia nel lavoro che nella vita, condividendo assieme l’obiettivo di eliminare completamente la plastica da ogni fase del processo produttivo.

Da oggi, il kombucha di Intro Foods è disponibile anche su Soplaya! Puoi proporlo ai tuoi clienti in ogni momento della giornata, a pranzo come a cena. Un’alternativa alcol-free adatta a tutti.

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