Il piccolo paese montano di Resiutta da inizio alla Val Resia – Rosajanska Dolina, in dialetto resiano – che separa le Alpi Giulie dalle Prealpi, estendendosi sino al confine con la Slovenia; una Valle magica e appartata, dominata ad Est dal Gruppo del Monte Canin, a Sud-Ovest dalle cime della Catena dei Monti Musi e a Sud dal Monte Plauris.
Qui, vive una comunità di ceppo slavo che, nel tempo, è riuscita a mantenere inalterate le proprie tradizioni, come il Pust – o carnevale. L’isolamento geografico ha favorito, inoltre, anche la conservazione di un’interessante biodiversità vegetale, tra cui spicca l’Aglio di Resia (o Strok).
Una tradizione “rosa”
All’epoca, la sua coltivazione era prerogativa delle donne del paese che, dopo il raccolto (da fine Luglio), riunivano le teste d’aglio in lunghe trecce, da appendere fuori casa e lasciar essiccare all’aria, per poi rivenderle – gerla appresso – sui mercati di Lubiana, Vienna, Udine, Trieste ed altre cittadine dell’Impero Austro-Ungarico.
Oggi, l’attività non conosce “genere” e coinvolge, indistintamente, uomini e donne, per un totale di 25 piccoli produttori, che ogni anno lavorano, con sacrificio e passione, lembi di terra anche oltre i 1000 metri. Il motivo di tanta dedizione, risiede nelle caratteristiche dell’Aglio di Resia, modellate da uno straordinario biotipo.
Le caratteristiche dell’Aglio di Resia
Di per sé, la pianta è rustica e non richiede grandi attenzioni: le concimazioni avvengono esclusivamente con letame bovino e solo raramente si ricorre all’utilizzo di antiparassitari – sempre naturali. L’Aglio di Resia fa parte dei cosiddetti “agli rossi”, in quanto presenta gli involucri (tuniche) degli spicchi con pigmentazione e striature variabili dal rosato al rosso, fino al violaceo.
I bulbi, da 6 ad 8, sono disposti radialmente e rivelano un aroma intenso ma, al tempo stesso, delicato; al palato, invece, risultano dolci, croccanti e con una digeribilità superiore rispetto all’aglio “comune”, che troviamo facilmente in commercio.
Nondimeno, se collocati in un ambiente secco e al riparo da fonti luminose, si conservano a lungo, anche per più mesi, senza subire alterazioni gustative.
L’insieme di queste caratteristiche – o virtù – hanno reso, nel tempo, l’Aglio di Resia sempre più apprezzato anche in alta cucina, dove viene utilizzato fresco oppure nella versione agrodolce.
Aglio di Resia, spunti per l’utilizzo in cucina
Tra le ricette proposte dalla Pro Loco Val Resia, ad esempio, c’è la deliziosa crema di patate, Aglio di Resia e crostini, un piatto semplice e “povero”, che regala conforto, soprattutto nel periodo autunnale.
In Estate, invece, può essere adoperato per profumare fragranti bruschette all’Italiana oppure zuppe fredde, come il gazpacho. Ma se oggi l’Aglio di Resia conosce un numero crescente di estimatori è anche grazie all’intervento di Slow-Food, che ha voluto tutelare la tradizione della sua coltivazione, inserendolo tra i Presidi regionali.
Quella dell’Aglio di Resia, dunque, è una storia antica, che continua a vivere grazie alla caparbietà di alcuni, per “comunicare” l’identità di un popolo rimasto a lungo confinato nel freddo abbraccio delle montagne friulane.
La raccolta dell’Aglio di Resia è ufficialmente iniziata e su Soplaya puoi effettuare il pre-ordine. L’Aglio è venduto in comode cassette da 1 kg, che non tarderanno ad esaurirsi, vista la grande richiesta da parte dei tuoi colleghi.
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