Farina, uova, acqua e un pizzico di sale, sono gli unici ingredienti che costituiscono la pasta fresca, uno dei piatti più rappresentativi della tradizione culinaria italiana, anche – e soprattutto – all’estero, dove la nostra Penisola è da sempre considerata la patria del “buon cibo”.
E, in effetti, sono pochi i Paesi che possono vantare un’offerta enogastronomica tanto ricca e varia come quella italiana, definita nel corso dei secoli da mani sapienti e intelletti creativi.
La pasta fresca, simbolo del Made in Italy
Ad esempio, l’ invenzione della pasta fresca ha origini antichissime e presumibilmente legate alla Sicilia “Araba”, tant’è che ancora oggi si parla di “vermiceddi di tria” o “tria bastarda”, gli stessi citati dal geografo Edrisi già nel 1154.
Ma è tra la fine dell’800′ e gli inzi del 900′, grazie al contributo dell’Artusi, che la pasta all’uovo è diventata un bene nazional-popolare, indentificandosi nelle celebri tagliatelle, nate nella “grassa” Bologna.
La tagliatella, infatti, rappresenta il formato di pasta più caro a nonne e zie, che gelosamente ne custodiscono la ricetta e i “segreti”.
I tuorli delle uova – spesso provenienti da galline allevate nel pollaio dietro casa – erano uniti a farine macinate a pietra, cui venivano aggiunti mezzo bicchiere d’acqua e un pizzico di sale, fino a creare un impasto morbido ed elastico, che successivamente veniva tirato a mattarello su una spianatoia.
Quando la sfoglia era spessa qualche millimetro, veniva ripiegata su se stessa e quindi tagliata a coltello, per poi essere cotta per qualche minuto in acqua bollente e condita con un saporito ragù, a base di carne o di pesce.
Questa tecnica sopravvive ancora oggi, come pure la gestualità di un tempo – tramandata di generazione in generazione.
Dalle tagliatelle alle paste ripiene
E le tagliatelle sono il simbolo – indiscusso – del pranzo della domenica, il comfort-food per eccellenza, dal grande potere evocativo.
Accanto alle tagliatelle, troviamo anche altri formati di pasta fresca, come le lasagne, i bigoli oppure i caserecci, oltre che le numerose alternative ripiene (tortelli, ravioli, agnolotti ecc.); ognuno con delle caratteristiche particolari, di forma e gusto.
I consumi di pasta fresca sono in aumento
Secondo una recente indagine condotta dall’IRI, il consumo di pasta è in aumento. In particolare, nel solo 2020, la pasta fresca “semplice” ha registrato un +3% mentre quella ripiena addirittura un +4,9%, anche a seguito del lockdown che ha favorito il consumo dei pasti a casa e la condivisione di momenti in famiglia.
Ma è in concomitanza delle feste che i consumi di pasta fresca crescono vertiginosamente.
Ecco dunque, che uno dei momenti migliori per incuriosire – e ingolosire – i tuoi clienti, è quello che precede la Pasqua.
A Pasqua, infatti, la pasta fresca non manca mai e molte persone si rivolgono proprio alle botteghe di paese per i loro acquisti.
Piccoli pastifici, custodi della tradizione
Tra le Aziende produttrici di pasta fresca che puoi trovare su Soplaya – e che ancora lavorano secondo tecniche artigianali – ti ricordiamo “Antica Fabbrica”, l’Azienda Agricola “La Fattoria di Sara e Giulia”, “La Pasta Fresca” e la “Bottega del Tortellino”, produttrice dei famosi Tortellini di Valeggio.
Queste aziende, propongono paste fresche di rara bontà, interamente lavorate a mano, a partire da ingredienti scelti e di qualità, nel pieno rispetto della tradizione.
E accoglierle nella tua offerta, ti aiuterà a conquistare – una volta di più – i tuoi clienti, alla costante ricerca di un “contatto” con la genuinità del passato.