Casa Dipinta nasce perché Michele Bellotto, stanco di resort di lusso e isole da sogno, ha deciso di riportare a casa tutto quello che ha imparato. Tornato a Spilimbergo, nel cuore del centro storico, ha aperto un ristorante piccolo, intimo e senza fronzoli con pochi posti ma la massima attenzione, qualità e cura dei dettagli.
Semplicità non vuol dire banalità
Se cercate la cucina da Instagram con schiumette, pinzette e piatti che sembrano un rebus, qui non la troverete, Michele non è quel tipo di chef.
“La mia cucina è semplice, ma non scontata. Parto sempre da ingredienti di qualità e li preparo con qualche profumo o tecnica che mi porto dai viaggi”.
L’idea è quindi quella di avere un piatto comprensibile, che ti fa dire wow, ma senza troppi giri di parole. In pratica niente fuochi d’artificio ma TANTA sostanza.
Tornare alle origini (senza annoiarsi)
Oggi va di moda parlare di “ritorno alle origini”, ma qui non è marketing, è proprio la filosofia di Casa Dipinta.
Basta inventarsi cose assurde, serve solo rispettare gli ingredienti e così un radicchio dell’orto, cucinato come si deve, può valere di più di caviale e Champagne.
E sulla sostenibilità Michele è chiaro: bisogna cercare i prodotti locali, stagionali e chilometro zero quando possibile. Perché aiutare i piccoli produttori aiuta anche a ridurre l’impatto.
Tecnologia a Casa Dipinta? Sì, ma non toccatemi le persone
Michele non è un nostalgico, anzi: “la tecnologia è fondamentale, soprattutto per risparmiare tempo con gli ordini perché se sei da solo in cucina, ogni minuto conta.”
Ma i robot camerieri, quelli no! Il rapporto umano è sacro soprattutto per un mestiere come questo che è fatto di persone… non di macchine. E il vero problema oggi non è la tecnologia, ma trovare personale che abbia voglia di fare questo lavoro. Non se ne trova. “E se lo trovi, devi farlo star bene, dargli uno stipendio giusto e un ambiente in cui poter crescere” dice Michele.
Parole vere.
Soplaya è il “socio invisibile” di Casa Dipinta
Tra i segreti che tengono in piedi Casa Dipinta c’è Soplaya, la piattaforma online per le forniture.
“All’inizio mi sembrava strano ordinare tutto online, poi mi sono detto: ma questa è la svolta. Oggi non ne posso fare a meno. È come avere un assistente”.
I motivi?
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Ordini quando vuoi: in cucina, a casa, dopo servizio.
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Ti arriva tutto in un’unica consegna (e non hai più 10 furgoni davanti alla porta).
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Trovi prodotti locali, presìdi Slow Food e chicche che si fa più fatica a reperirli.
“Soplaya mi ha pure fatto riscoprire ingredienti che non vedevo da anni, come la cipolla di Cavazzo. Roba che se stai all’estero nemmeno sai che esiste”.
Il futuro? Migliorare ma senza farsi film
Michele non sogna catene o stelle Michelin. Sogna di migliorare ogni giorno, tenere alta la qualità e continuare a far sentire la gente a casa.
“Il ristorante oggi non è solo per mangiare. La gente viene anche per curiosità, per vivere un momento insieme, per rallentare. Io voglio che qui si sentano così e sempre con un piatto che li sorprenda.”
Casa Dipinta è questo: niente effetti speciali, solo esperienza, qualità e tanta verità.
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