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Decreto Ristori: indennizzi immediati per bar e ristoranti

Con il Dpcm del 25 Ottobre, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la sua task force hanno varato nuove norme per il contenimento dei contagi da Covid-19, che saranno valide almeno fino al 24 Novembre.

I nuovi provvedimenti hanno subito scatenato la reazione dei settori economici più colpiti, tra cui inevitabilmente anche quello della ristorazione.

I ristoranti, infatti, sono costretti a chiudere alle ore 18 – poco prima del turno serale -, e devono garantire un massimo di 4 persone per tavolo, salvo conviventi.

Tali limitazioni si ripercuotono negativamente sul fatturato, già gravemente compromesso dal precedente lockdown.

E il Governo ne è consapevole – almeno in parte.

Aiuti immediati per le attività più colpite

Durante la Conferenza Stampa, il Premier ha parlato di ristori per le attività penalizzate: indennizzi da versare direttamente sul conto corrente degli interessati, con bonifico bancario dell’Agenzia delle Entrate.

L’Agenzia delle Entrate, già a Giugno, aveva specificato che, per accedere ai contributi a fondo perduto, era sufficiente presentare un’istanza, contenente il codice fiscale del soggetto richiedente e l’IBAN del conto corrente su cui accreditare la somma.

Le imprese destinatarie (ristoranti e non solo), spiega Gualtieri, «sono più di 300mila, forse 350mila, tutte le aziende ed esercizi pubblici che sono oggetto delle restrizioni introdotte dal Dpcm».

In particolare, gli aiuti previsti riguardano:

  • Nuovi contributi a fondo perduto
  • Un credito d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi di Ottobre e Novembre
  • La cancellazione della seconda rata Imu dovuta entro il 16 dicembre
  • La conferma della cassa integrazione
  • La previsione di una nuova indennità mensile una tantum per i lavoratori stagionali di turismo e spettacolo
  • Un’ulteriore mensilità per il reddito di emergenza
  • Misure di sostegno alla filiera agroalimentare

Decreto Ristori, quanto vale?

Il pacchetto di misure vale in tutto 6,8 miliardi di euro, di cui 2 riservati al fondo perduto e 2,6 destinati alla cassa integrazione dei dipendenti che lavorano nelle attività interessate.

Si aggiungono 300 milioni per le fiere (anch’esse cancellate), e 150 milioni riservati al credito d’imposta per gli affitti commerciali del periodo compreso tra Ottobre e Dicembre (a beneficio anche di chi ha volumi d’affari superiori a 5 milioni di euro).

Scatta anche l’esenzione dal pagamento della seconda rata dell’Imu in scadenza il 16 Dicembre, finanziata con 115 milioni di euro.

E 60 milioni saranno invece destinati a potenziare le forze dell’ordine che si occupano di vigilare sul rispetto delle regole da parte degli esercizi commerciali.

L’altra parte cospicua del pacchetto andrà a sostegno del mondo del turismo e della cultura, con 1,2 miliardi di euro.

Soldi che dovrebbero essere già in cassa: “Grazie all’aiuto dei ministri Gualtieri e Patuanelli riusciremo a garantire gli indennizzi con le risorse attuali, senza scostamenti di bilancio”, ha assicurato il Presidente del Consiglio.

I coefficienti per accedere agli indennizzi

I ristori più alti spetteranno a chi ha dovuto fermarsi, mentre in misura minore alle attività che possono lavorare nonostante le limitazioni d’orario.

Gli aiuti saranno scaglionati nella logica di quattro fasce di aventi diritto, a partire dalla schema già tracciato dalla precedente tornata di aiuti, stanziati dal Decreto Rilancio:

Coefficiente 1

Pari alla cifra già ricevuta col Dl Rilancio, è destinato a quelle attività che riescono a contenere le perdite nonostante lo stop alle 18. Ad esempio, pasticcerie, bar senza cucina e gelaterie.

Coefficiente 1,5

Riconosce un danno parziale e prende in esame la situazione dei ristoranti che non possono più effettuare il servizio serale, limitato solo all’asporto e al delivery.

Anche in questo caso, il rischio è quello di fare di tutta l’erba un fascio: per alcune attività di ristorazione, il servizio del pranzo non sarà mai in grado di risarcire la vocazione chiaramente serale dell’attività.

Coefficiente 2

Un indennizzo che vale il doppio rispetto ai ristori  ricevuti in precedenza e che spetterà alle attività costrette a chiudere (dalle piscine ai teatri, etc.).

Coefficiente 4

Risarcirà le attività già chiuse da tempo, come sale da ballo e discoteche.

Il calcolo dei ristori e alcune perplessità

Per calcolare a quanti soldi avrà diritto ciascuna attività si continuerà a fare riferimento al volume di affari mensile dei singoli interessati, e questo, secondo i calcoli del governo andrà a coprire in media il 40% del fatturato mensile di ogni attività.

I dubbi però non mancano: perché se da una parte non è imposta la chiusura totale alle attività ristorative, dall’altra è facile capire come alcune insegne non possono riconvertire il loro giro d’affari dall’oggi al domani, dirottando la propria clientela in una fascia oraria diversa da quella abituale.

E questo per diversi motivi: esistono zone della città che vivono in certi momenti della giornata e non in altri, esiste un pubblico che si fa crescere e fidelizza nel tempo, esistono offerte tagliate su misura che non sono valide sempre e comunque.

Senza contare che durante il giorno le pause pranzo sono mediamente più veloci e frugali, quindi anche volendo immaginare che il pubblico si riversi in blocco al ristorante di giorno, di sicuro non godrà della stesso pasto (ergo non avrà lo scontrino medio) della sera.

Quello che stiamo vivendo è un momento difficile, forse uno dei più duri che il nostro Paese abbia attraversato.

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