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vino senza alcool nei ristoranti

Vino senza alcol: follia o opportunità?

Già ti vedo storcere il naso: “Vino senza alcol? Ma che è, uno scherzo?” E invece no, è un trend che sta crescendo più veloce delle richieste di tavoli per due a San Valentino.

Ma dati alla mano

Qui andiamo di bullet point per non inserire un mattone di testo noioso e illeggibile:

📌 Numeri in Italia (secondo l’Osservatorio UIV-vinitaly):

  • 1 milione di persone non beve alcol
  • 14 milioni potrebbero scegliere il vino analcolico in certe situazioni (tipo quando devono guidare)

📈 Mercato globale del vino senza alcol in crescita:

  • Negli USA hanno fatturato 41,7 milioni di euro con una crescita del 22%
  • Il mercato globale vale oggi 2,57 miliardi di dollari secondo Fact MR (mica male)
  • Crescita prevista: +10% annuo fino al 2033 secondo CAGR

Hai presente cosa significa tutto questo? Che all’estero se lo stanno bevendo senza farsi troppe domande, mentre noi siamo ancora qui a dibattere se sia “vero vino” o meno.

🌱 Cambiamenti nei consumi:

  • Sempre più attenzione a salute, alimentazione consapevole e sostenibilità
  • Secondo Ismea, i consumatori vogliono alternative più sane e responsabili

Allora…Non dico di sostituire il tuo Brunello con un Merlot analcolico, ma magari iniziare a pensare di avere un’opzione in carta potrebbe essere un inizio. Cosa ne pensi?

 

E poi c’è la nuova normativa italiana sul vino senza alcol

Se non l’avessi ancora sentito, o non avessi letto il nostro giornalino ‘Sopress’ te lo diciamo qui: in Italia ora è ufficialmente possibile produrre e vendere vini dealcolati e parzialmente dealcolati.

🎁 Un bel regalo per gli automobilisti, che possono finalmente brindare senza rischiare di fare amicizia con la polizia stradale. Ma per te? Beh, può voler dire più clienti che ordinano vino senza preoccuparsi dell’etilometro, più coperti soddisfatti e (forse) più fatturato.

Come funziona questa legge?

📌 Vini dealcolati → Hanno meno dello 0,5% di alcol e sono ottenuti con tecniche come la distillazione sottovuoto o l’osmosi inversa. Sì, un po’ di aromi vanno persi, ma per chi vuole il gusto del vino senza il botto alcolico, è l’opzione perfetta.

📌 Vini parzialmente dealcolati → Hanno tra lo 0,5% e il 9% di alcol. Mantengono più struttura e profumi rispetto ai completamente analcolici, quindi possono essere un’ottima via di mezzo per chi vuole ridurre il consumo di alcol senza rinunciare al piacere del vino.

🤚 Restrizioni:

❌ Niente vini DOP e IGP completamente dealcolati.

❌ Vietato aggiungere acqua, zuccheri e aromi esogeni.

 

Rispetto al resto d’Europa dove siamo?

Mentre noi mettiamo paletti ovunque, in Francia e Spagna sono molto più elastici. In Francia, per esempio, permettono la dealcolizzazione anche per i vini AOC (loro versione delle DOP), e concedono qualche ritocchino per migliorare il profilo aromatico. Lì, zuccheri e aromi possono essere aggiunti in certe condizioni. In pratica, hanno capito che il business c’è e lo stanno cavalcando.

 

Chi spenderà di più per i vini analcolici?

Ti dico una cosa: là fuori c’è un mondo di gente che beve vino senza alcol e già da un po’ di tempo. E sai cosa significa per te, soprattutto se lavori con i turisti? Che potresti avere clienti in più senza nemmeno dover convincere nessuno. Vediamo chi sono i top possibili bevitori del “vino senza sbornia”:

  • Scandinavi 🥶 Finlandesi, norvegesi e olandesi adorano le bevande analcoliche. E nel 2023, solo dalla Norvegia, ci sono stati quasi 88.000 turisti in Italia.
  • Americani 🇺🇸 Sono tra i turisti più presenti in Italia (nel 2024 si è parlato di 251,5 milioni di presenze). Viaggiano, spendono e cercano alternative più salutari. La loro spesa turistica ha già superato i livelli pre-pandemia e continuerà a salire.
  • Paesi Arabi 🏜️ Il consumo di alcol è limitato da restrizioni religiose; quindi, le bevande analcoliche sono un must. Milano e Roma sono mete preferite per shopping ed eventi di lusso, e questi turisti cercano esperienze su misura.

Quindi, se il tuo ristorante ha vini dealcolati, sei un passo avanti. Se non ce li hai… beh, sai già la risposta.

Perché dovresti avere vini senza alcol nel tuo ristorante?

Forse non ti ho ancora convinto e l’idea di un vino senza alcol ti suona ancora un po’ come una carbonara senza uova e guanciale. Ma aspetta un attimo prima di dire un no secco a questo prodotto, perché qui non si parla di snaturare la tua cantina, ma di offrirti un’opportunità per accontentare più clienti.

  1. Più clienti = più incassi

Parliamoci chiaro: non tutti possono (o vogliono) bere alcol. Astemi, donne incinte, guidatori, persone con restrizioni mediche o religiose… e poi ci sono i giovani, che sempre più spesso preferiscono alternative salutari. Se nel tuo menù non c’è nemmeno un’opzione per loro, sai cosa fanno? Prendono l’acqua e basta, massimo una coca.

  1. Convivialità senza limiti

Non è che se uno non beve alcol deve accontentarsi di una bibita. Il bello dei vini senza alcol è che regalano la stessa esperienza conviviale del vino tradizionale, ma senza gli effetti collaterali. Tradotto: i clienti possono godersi la cena senza preoccuparsi della patente o del mal di testa il giorno dopo. E tu puoi servire più bicchieri senza il rischio che qualcuno ti svenga sulla sedia o peggio…inizi a fare casino alzando troppo il tono di voce.

  1. Un menù che si distingue

Metti un vino dealcolato in carta e sei già un passo avanti rispetto alla concorrenza. Vuoi fare un ulteriore salto di qualità? Organizza serate di degustazione a tema, incuriosisci i clienti e trasformali in habitué. La novità attira di solito, almeno che non se in un paesino di poche anime e che il motto è “si è sempre fatto così e basta”.

  1. Seguire le tendenze conviene

Il mercato dei vini dealcolati è in crescita esponenziale e non accenna a fermarsi. Sai cosa significa? Che tra qualche anno sarà normale trovarli ovunque, e chi li ha proposti per primo si sarà preso la fetta più grande della torta.

Alla fine, la questione è semplice: vuoi rimanere il ristoratore tradizionalista che guarda gli altri innovare, o vuoi essere quello che anticipa i tempi e offre ai clienti esattamente ciò che cercano?

 

💡 Quindi, cosa fare?

Come ristoratore, ti capisco: ti trovi a dover navigare tra un mare di cambiamenti e, francamente, potrebbe sembrare che stiano mettendo zavorra alla tradizione. Eppure, è proprio in momenti come questo che si nascondono le opportunità. Il mondo cambia, e se restiamo fermi a fare le vecchie cose, rischiamo di restare indietro mentre gli altri afferrano il futuro.

L’opportunità è enorme, non solo in termini di attrarre nuovi clienti, ma anche di innovare nella tua offerta e fare un po’ di rumore nel settore. Però, ovviamente, non è una passeggiata. Dovrai monitorare la qualità dei prodotti, educare un po’ i clienti spiegandogli cosa stanno per bere, e tenere sempre d’occhio come il vino viene percepito.

Se vuoi conoscere altri trend di questo anno, leggi anche: Trend 2025: la parola chiave è benessere

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