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Report Ristorazione 2022: le nuove abitudini online dei tuoi clienti

Che l’online avrebbe ricoperto un ruolo sempre più importante nelle modalità di ricerca – e prenotazione – dei ristoranti era prevedibile già due anni fa, dall’inizio della pandemia.

Ma oggi ne abbiamo avuta la conferma, grazie all’ultimo Rapporto dell’Osservatorio Ristorazione – spin-off dell’Agenzia “RistoratoreTop”– che nasce dall’elaborazione di una grande mole di dati, provenienti da fonti diverse ed autorevoli (ISTAT, Censis, Fipe, Federalberghi e altri).

Una fotografia in numeri del settore della ristorazione, che evidenzia alcune amare verità ma anche delle interessanti opportunità, legate ad esempio alle rinnovate abitudini dei clienti, che non riguardano soltanto le nuove scelte/mode alimentari ma anche l’approccio generico al mondo della ristorazione.

Report Ristorazione 2022: partire dai dati, per conoscere il proprio target

Probabilmente, ti starai prefigurando uno scenario con tanti numeri e poca praticità, come spesso accade quando parliamo di report statistici. Eppure, dai dati, è possibile trarre molte informazioni utili per modulare la propria strategia di business.

Comprendere a fondo il tuo pubblico e le sue nuove abitudini, infatti, ti aiuterà a definire con maggior precisione il target a cui rivolgerti e “limare” tutti quei dettagli che ti permetteranno di condizionare positivamente le sue scelte, portandolo a preferire il tuo ristorante.

In questo articolo, andremo ad argomentare i numeri del Report 2022, per disegnare un “identikit” del consumatore contemporaneo. Un profilo basato sui dati, che pone a confronto tre anni (2020-2021-2022); anni nei quali abbiamo attraversato una pandemia ed una crisi economico-sociale, che hanno portato ad un’inevitabile modificazione delle nostre abitudini – o habits, come le definirebbero gli americani.

Il delivery non è scomparso! Oggi vale 1,17 miliardi

Ti ricordi, ad esempio, la grande promozione fatta dai media su delivery e self-ordering durante i mesi di lockdown? Che fine hanno fatto?

C’era chi pensava si trattasse solo di un adattamento temporaneo, dovuto alla criticità del momento. Eppure, i dati dimostrano l’esatto contrario. Quella che all’inizio, effettivamente, è stata una necessità imprescindibile – ed un’assoluta novità per molti ristoranti – è oggi un’abitudine consolidata.

La pandemia, infatti, ha ufficialmente sdoganato l’online food delivery, tanto che il mercato oggi vale 1,17 miliardi di euro solo in Italia.

Nel 2021 – stando ai dati forniti da Plateform, azienda specializzata nell’elaborazione di sistemi di prenotazione e menu digitali – sarebbero stati 13,21 milioni gli Italiani che hanno ordinato a domicilio utilizzando le piattaforme digitali (oltre il 22% della popolazione nazionale), segnando un +15,3% sul 2020.

Dietro al delivery, dunque, si potrebbe nascondere una concreta opportunità per il tuo ristorante.

Se è vero che fino a qualche anno fa, le “consegne a domicilio” erano appannaggio di pizzerie e rosticcerie – o comunque, di format basati su un tipo di ristorazione fast – oggi invece riguardano anche i ristoranti di “fascia alta”, dove rientrano anche diversi Michelin.

Basti pensare, ad esempio, all’interessante progetto ideato dallo Chef Cristiano Tomei, ImbutoBox – ancora attivo dopo la pandemia – che permette ai clienti di replicare anche a casa alcune delle sue ricette più rinomate, come descritto dalla popolare rivista Gambero Rosso.

3 motivi per cui le “consegne a domicilio” continueranno a crescere

Se ti stai chiedendo perché i tuoi clienti dovrebbero scegliere il delivery, quando invece potrebbero facilmente raggiungerti al ristorante – ora che non ci sono più limitazioni – ti consiglio di continuare con la lettura.

La pigrizia stavolta non c’entra. A spingere la maggior parte delle persone ad optare per la consegna a domicilio con una maggior frequenza rispetto al passato, sono principalmente 3 motivi:

  • Volontà di ricreare un’esperienza “gourmet” con i propri amici, nell’intimità di casa, lontani dal “chiacchiereccio” dei ristoranti, per condividere in tranquillità pensieri ed idee;
  • Necessità di ridurre gli spostamenti, considerando che il costo del carburante benché sia sceso negli ultimi mesi è ancora piuttosto alto;
  • Risparmio economico, grazie all’assenza di costo del servizio e coperto (può sembrarti una banalità eppure è un ragionamento piuttosto diffuso).

Tieni presente che le “consegne a domicilio” funzionano ancora – sia organizzate in autonomia, che affidate servizi terzi – e possono rappresentare una bella opportunità per la tua attività.

Magari, potresti prendere in considerazione di limitare questo servizio solo a certe portate che si prestano ad essere trasportate, senza andare in contro ad alterazioni qualitative.

I clienti ti cercano online: Google fra i principali sistemi di scouting

Un’affezione, quella verso le nuove tecnologie, che non si ferma alle modalità di fruizione del servizio di ristorazione ma che riguarda anche il processo di scouting (ricerca) dei ristoranti.

Se da un lato il passaparola continua a rappresentare uno degli strumenti più potenti per l’acquisizione di nuovi clienti, dall’altro, invece, l’online sta guadagnando sempre più terreno.

Da dove arrivano i tuoi nuovi clienti?

Secondo il Report elaborato da Plateform, il processo di scoperta – e scelta – di un locale verrebbe influenzato da: passaparola (46,13%), Google (14,85%), passaggio davanti all’insegna (13,13%), TripAdvisor (10,97%), Instagram (7,76%) e Facebook (7,14%).

In altre parole, il 40,72% dei clienti scopre il locale online, affidandosi più a Google che a TripAdvisor, dato per la prima volta in controtendenza rispetto agli anni precedenti.

Google, infatti, mette a disposizione degli utenti uno strumento estremamente potente: Google My Business. Un servizio completamente gratuito, che permette alle aziende di gestire al meglio e con semplicità la propria presenza online, fino a comparire fra i primi risultati di ricerca, anche su Maps.

Grazie a Google My Business, il titolare dell’azienda può aggiornare tutte le informazioni inerenti la sua attività – immagini di presentazione, orari di apertura, indirizzo e contatti – e interagire con gli utenti, rispondendo alle loro domande.

Se non ti sei già registrato su Google My Business, ti consiglio di farlo al più presto – e QUI puoi trovare una breve guida, con tutti gli step per non sbagliare.

La ricerca online, quindi, è sempre più popolare. E, proprio per questo, non puoi prescindere dall’avere una tua identità digitale che ti distingua dalla concorrenza:

  • Un sito web che rappresenti la tua personalità di Chef e filosofia di cucina;
  • Un profilo TripAdvisor curato, con foto in alta definizione, che stimolino l’effetto “acquolina in bocca”;
  • Profili social aggiornati e gestiti in modo professionale;
  • Un profilo Google My Business che faccia realmente da “vetrina” per la tua attività, esaltandola.

Ok l’online ma le prenotazioni, invece, come avvengono?

Niente email ma la tradizionale – e intramontabile – chiamata. La telefonata resta lo strumento preferito dalle persone per riservare un tavolo presso il tuo locale: hanno piacere di sentire la tua voce e quella del tuo staff, esaltando quel contatto umano che – nonostante la digitalizzazione stia avanzando – è fondamentale ci sia.

Abbi cura, dunque, di rendere il numero di telefono della tua attività sempre visibile, così da semplificare il processo di contatto.

E se stai pensando che, indipendentemente dalle tue azioni, le persone frequentino sempre gli stessi locali, ti sbagli.

Turismo Enogastronomico: gli Italiani viaggiano sempre di più

Analizzando i risultati dei sondaggi Plateform sui clienti dei ristoranti, emerge che 9 clienti su 100 frequentano abitudinariamente gli stessi ristoranti, mentre il restante 91% non si fidelizza e vuole fare nuove esperienze.

Quello italiano è un popolo non solo in cerca di nuovi stimoli ma anche abituato a spostarsi per vivere esperienze gastronomiche totalizzanti: il 33,72% frequenta locali della medesima provincia ma non nelle immediate vicinanze di casa, il 19,72% cambia regione e il 7,52% proviene da un altro Paese. Quindi, solo 4 clienti su 10 vivono in prossimità dei ristoranti provati.

Dal Rapporto 2022 sul Turismo Enogastronomico in Italia, redatto da Roberta Garibaldi per l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, emergono decisi segnali di ripresa, dopo un biennio difficile: per il 71% dei viaggiatori, la componente legata all’enogastronomia è importante nella scelta della meta (contro il 59% del 2019). Numeri incoraggianti, che sottolineano come il “cliente moderno” viva la ristorazione sempre più come un’esperienza e non come un bene di prima necessità, come poteva essere un tempo.

E come precisa Lorenzo Ferrari, Presidente dell’Osservatorio Ristorazione, in un’intervista per La RepubblicaChi saprà interpretare al meglio questo concetto sarà protagonista della ripartenza del settore nel 2022 e negli anni a venire, dopo un 2021 che ha evidentemente rappresentato l’anno zero della categoria. La ristorazione, oggi, non è per tutti. È un mestiere complesso, appannaggio di chi è strutturato e organizzato, di chi è in grado di acquisire e formare personale qualificato, di chi fidelizza i propri clienti anche attraverso il digitale, di chi sa strutturare e organizzare il locale come un’azienda, di chi è in grado di gestire accuratamente l’aspetto finanziario. E anche di chi si è dotato, dove necessario, di sistemi internalizzati di prenotazioni e delivery”.

L’online, dunque, avrà un impatto importante nelle performances della tua Azienda. E noi di Soplaya vogliamo supportarti in questo graduale processo di digitalizzazione, che riguarderà tanto il tuo modo di interagire con i clienti quanto la tua quotidianità – che dall’utilizzo delle nuove tecnologie, potrà trarre notevoli benefici.

Attraverso l’app di Soplaya, ad esempio, puoi risparmiare tempo e denaro, ordinando migliaia di ingredienti direttamente dal tuo smartphone, quando vuoi tu.

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