A pochi chilometri da Udine, verso le montagne, c’è una cittadina medievale che prende il nome di Gemona del Friuli, tristemente nota per il forte terremoto che la colpì: era il 6 Maggio del 1976.
Da allora, sono passati più di 40 anni, e il paese è ritornato al suo antico splendore.
Fra queste mura, diventate simbolo del carattere tenace e laborioso del popolo friulano, è rinato un prodotto che rischiava l’estinzione: il Pan di Sorc.
Pan di Sorc
Un pane dolce, a base di frumento, mais cinquantino e segale, a cui vengono aggiunti fichi secchi e semi di finocchio, ma anche uvetta e cannella.
Lo si preparava a Natale, per regalarlo ad amici e parenti come dolce ben augurante.
Un pane dal gusto genuino, autentico, che Etelca Ridolfo e l’Ecomuseo delle Acque hanno recuperato, dopo anni spesi a coltivare e macinare varietà di mais antichi e biologici.
In particolare, il mais cinquantino, o mais a ciclo breve, che inizialmente sembrava destinato più al consumo animale che umano.
Il Presidio Slow-Food e la rinascita dell’antica ricetta
Ad aiutarli in questa impresa, il fornaio più anziano della zona: Domenico Calligaro, che ha provveduto a “ricostruire” la ricetta originale.
Quella delle bisnonne, con le note in marilenghe, arricchendola con la propria esperienza e gestualità.
E se un tempo il Pan di Sorc, era noto solo nel gemonese e nei comuni limitrofi (Buja ed Artegna) oggi, grazie al Presidio Slow-Food che lo tutela, è conosciuto – ed apprezzato – in tutta la regione.
Fresco o secco, dolce o salato: influssi d’Oltralpe
Tradizionalmente veniva consumato fresco, appena tolto dal forno, ma alcuni lo utilizzavano anche secco, come ingrediente per il Crafut.
Una polpetta fatta con fegato di maiale macinato finemente e impastata con pane, uva sultanina, scorza di limone, mele e spezie, successivamente avvolta nel mesentere dello stesso suino e cotta in abbondante soffritto.
Entrambe le preparazioni ricordano alcune preparazioni tipiche delle Comunità d’Oltralpe (frequentate assiduamente dai fornai friulani a cavallo tra Ottocento e Novecento) come lo Stollen e il Leberwurst.
Quella del Pan di Sorc, dunque, è una storia nella storia, che riporta alla memoria la semplicità della vita contadina, di quel vivere senza sprechi.
Su Soplaya, promuoviamo i Presidi Slow-Food e tanti altri prodotti che hanno contribuito all’identità della nostra regione e che ora possono rivoluzionare il tuo menu.