A Bibione, sul litorale veneziano, c’è un ristorante dove l’accoglienza è una faccenda personale e la cucina non si ferma mai alla prima impressione. Si chiama Chiosco Blu – anche se di “chiosco”, ormai, ha ben poco – e dietro c’è Dino Di Leonardo: molisano di origine, veneto d’adozione e oste convinto che ogni cliente, dal caffè al crudo di mare, debba sentirsi importante allo stesso modo.
Chiosco Blu, dal panino al piatto è un attimo
Nel 1999, Chiosco Blu era un chiosco vero: panini, insalate, spaghetti al pomodoro e una cuoca che faceva tutto a occhio. In dieci a lavorare, niente servizio serale, solo il sole, il mare e gli amici che la sera chiedevano: “Dino, mi fai una spaghettata?”.
Poi le cose si sono fatte più serie. Il menu si è arricchito, le prenotazioni hanno preso il posto degli “passo dopo il bagno”. Con piccoli passi, e senza mai strafare, Dino ha trasformato un punto ristoro balneare in un ristorante vero, con una visione di crescita concreta, sostenibile e soprattutto condivisa.
Una squadra costruita con rispetto (non per caso)
A sentirlo parlare, Dino sembra più un allenatore che un ristoratore. Il gioco di squadra, per lui, è tutto. “Sai chi sono i tuoi collaboratori? Sai se hanno una famiglia? Se sono giovani, magari li metti su turni spezzati. Se sbagliano, li richiami con toni bassi e MAI davanti al cliente. L’importante è farli sentire parte di un progetto.”
Il risultato? Zero problemi con il personale, anche d’estate. E forse è per questo motivo che sono molti i professionisti a bussare alla sua porta per entrare in squadra. E il gruppo storico aiuta il nuovo, senza arroganza, ma con esperienza.
Sostenibilità? Sì da Chiosco Blu ma “diversamente”
Chiosco Blu non fa proclami ecologici, fa cose più concrete. Uno: stanno ristrutturando per rendere tutto l’impianto più efficiente. Due: hanno un orto dietro il locale, curato personalmente dallo chef Valerio De Tullico. Tre: c’è un’attenzione reale alla qualità delle materie prime, anche se “vuol dire spendere un po’ di più”. Ad esempio per il tonno, manco a dirlo.
E poi c’è la sostenibilità umana, quella dei turni, della gestione pensata per durare. “Ci proviamo”, dice Dino. E intanto lo fanno.
Cucinare in spiaggia? È un atto eroico (ma anche organizzato)
Fare ristorazione sul mare sembra davvero una figata, vero? Ma è una guerra contro sabbia, vento e meteo instabile. Al Chiosco Blu lo sanno bene. Ma qui si servono due tipi di clientela: quella in ciabatte che vuole mangiare in fretta, e chi arriva apposta per un pranzo di pesce fatto come si deve. La sfida è tenerli insieme e la risposta è: gentilezza all’ingresso, qualità nel piatto, pulizia ovunque.
Da Chiosco Blu l’accoglienza è una scelta
“Accogliamo tutti, non esiste cliente di serie A o B”. Ecco cosa distingue davvero Chiosco Blu. Non le sedie comode, non il pesce freschissimo (che pure c’è), ma quell’idea semplice e rivoluzionaria che ogni persona conti. E che il sorriso sia un ingrediente imprescindibile.
Tecnologia? Sì, se ti semplifica la vita
Palmari, forni intelligenti, sistemi gestionali aggiornati: Dino non è nostalgico. La tecnologia c’è, si usa, e serve a far lavorare meglio le persone. Il punto, però, è non dimenticare che a cucinare e servire sono sempre esseri umani. E quelli, se li rispetti, restano, tornano e fanno venire amici e parenti!
E Soplaya? “Un fornitore che funziona, punto”
E per chi usa la tecnologia come Chiosco Blu Soplaya può essere il giusto partner. “Soplaya è qualità, è professionale, è puntuale.” Basta questo. Come per Simon’s Bistrot, anche qui Soplaya entra in gioco come alleato silenzioso ma fondamentale. Fa risparmiare tempo, evita errori e ti permette di ordinare quando ti ricordi, anche a fine turno. Il che, in riva al mare e sotto pressione, può voler dire salvare un servizio intero. Ma a fare la differenza “è anche l’autista: preciso, cordiale, sempre disponibile. Un vero valore aggiunto al servizio”.
Per concludere possiamo dire che oggi Chiosco Blu è un ristorante di livello, ma non ha perso la sua anima da chiosco. È ancora un luogo dove ti puoi fermare dopo la spiaggia. Solo che, invece della solita insalata, trovi una cucina pensata e precisa. E lo ripetiamo…un’accoglienza che non si improvvisa.
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