Chiamateli come volete: no show, prenotazioni fantasma, ghosting. Il succo è che i prenotati non si presentano e NON AVVISANO…nessuna chiamata, nessun messaggio, nessuna traccia.
Parliamoci chiaro: se non sei su una via di passaggio, se hai pochi coperti, se lavori con margini stretti, ogni no-show è un danno reale. E allora: è ora di smettere di subirli.
I numeri dei no show parlano chiaro
Secondo un sondaggio TheFork:
- Il 66% degli utenti non ha la più pallida idea di cosa sia un “no-show”. Va bene, non fanno questo mestiere, ok. Ma serve davvero lavorare nella ristorazione per capire che se prenoti e non ti presenti senza avvisare, stai creando un danno?
Insomma, l’ignoranza non giustifica la cafonaggine. - E gli altri che ti dicono?
- “Ops, me ne sono dimenticato” (46%) – roba che se dimentichi l’aereo non fai più lo spiritoso.
- “È venuto fuori un imprevisto” (36%) – e il tuo imprevisto me lo mangio io?
- “Mi vergognavo a disdire” (11%) – e allora vergognati due volte, perché ora c’ho un tavolo vuoto e il frigo pieno.
- Il canale peggiore? La telefonata. Perché nessuna conferma scritta, nessuna traccia, nessuna vergogna.
- Il 94% dei ristoratori subisce no-show ogni santo mese. Minimo 1 su 10 prenotazioni. Ti suona familiare?
- E occhio: per tanti locali, la perdita a fine anno supera il 10% del fatturato. Altro che “qualche tavolo”, qua si parla di stipendi, fornitori e bollette. Vediamo cos’ha dichiarato uno degli Chef più noti:
“In un anno ho perso almeno 35.000 euro a causa del no show, con quei soldi avrei potuto pagare una risorsa in più”
— Claudio Sadler, citato da Fine Dining Lovers
E possiamo dirlo? Sti grandissimi c****.
Il no show non è solo un tavolo vuoto. È un calcio nei denti.
Chi pensa che un no-show sia “solo un posto rimasto libero” non ha mai gestito una sala. Perché dietro a quel tavolo ci sono:
🥩 cibo comprato e magari già preparato,
🧍♂️ staff pronto e pagato per lavorare,
🙅♀️ clienti veri a cui hai detto no perché “eravate al completo”.
Risultato? Soldi buttati e serata rovinata.
E mica finisce lì. C’è pure il colpo basso morale: quando lavori con passione e vedi che le persone ti trattano come se fossi “uno dei tanti”, la voglia ti cala. Nei locali piccoli, poi, basta una prenotazione bidonata per scombinare tutto il turno. Altro che dettaglio.
E poi c’è il disastro gestionale: non puoi organizzare bene turni, spese, scorte. È come correre una maratona senza sapere dove sta il traguardo. E più no-show hai, più il servizio peggiora: diventi rigido, sfiduciato, incazzato.
Quindi no, il ghosting non è una sciocchezza. È un’abitudine tossica che fa male al portafoglio, all’ambiente di lavoro e pure all’umore.
E allora che si fa? La soluzione dei no show è prevenire
Chi aspetta l’ultimo minuto per gestire un no-show ha già perso. Il punto non è inseguire il cliente fantasma, ma impedire che sparisca. E per farlo serve un sistema organizzato, solido, e coerente.
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1. Partiamo dall’inizio: prenotazione e promemoria
Prendi tutti i dati necessari del cliente, avere più info possibili è già un passo per fargli capire che prenotare è una cosa seria.
Ricordargli la prenotazione 24 ore prima è diventato un dovere ormai universale per prevenire i no show, puoi farlo manualmente con i sistemi di messagistica, oppure puoi automatizzare, grazie ad alcuni software il messaggio di pop up. E mi raccomando chiedere sempre la conferma.
Un consiglio in più: aggiungi una personalizzazione ai messaggi può aiutare il cliente ad empatizzare. Non è come ricevere un messaggio da un bot. È un invito umano. E magari ricordiamo anche: “Prenotazione per 4 persone”. Così non diventano magicamente 2.
Un altro punto davvero importante, se si prendono prenotazioni per email è: rispondere il prima possibile, perché far attendere una risposta può comportare una prenotazione andata a male. Piuttosto che usare l’email consiglierei i form che possono in automatico selezionare giorno e orario disponibili.
2. Se non arrivi in 10 minuti, ciao tavolo
Un’altra buona strategia per far capire ai nostri amati clienti è che: se non arrivi puntuale hai massimo 10 minuti, poi il tuo tavolo lo si cede. È importante dire questa cosa dal primo momento, prima di tutto per far capire l’importanza della prenotazione e poi per non avere un cliente lagnoso (e giustamente) nel caso non fosse stato correttametne avvisato!
3. Spazio troppo piccolo?
Semplice: puoi benissimo decidere di non accettare le prenotazioni.
4. A sti clienti timidi facilitagli la cancellazione
Per i clienti più timidi dai la possibilità di cancellare in 1 click. Gli utenti possono annullare facilmente la propria prenotazione, incentivando le cancellazioni tempestive anziché il no-show. Fatto per chi si vergogna a disdire a chiamata, mah…
5. Caparra: sì. Sempre? No.
Pagare una quota in anticipo può servire soprattutto in questi casi:
- gruppi numerosi
- periodi festivi
- eventi
La richiesta dev’essere chiara, immediata e trasparente, tipo:
“Per policy aziendale, sopra le 10 persone è richiesto un acconto di 100€, la prenotazione sarà valida solo dopo il pagamento.”
Quindi sì caparra ma con intelligenza.
Se usata bene, la caparra è uno strumento di tutela, selezione e professionalizzazione. Serve cultura del valore della prenotazione, prima che leggi o denunce.
6. Carta di credito? Non è obbligatoria, ma…evita sicuramente i no show!
Tema assai caldo perché non tutti se la possono permettere e in Italia non è ancora compreso come in altri paesi. Ma perché la clientela non è ancora del tutto “educata”.
Nel frattempo? Soluzioni alternative:
- Richiesta di dati completi → più responsabilità percepita.
- Politiche di cancellazione semplici → meno imbarazzo, più rispetto.
- Reminder personalizzati → fidelizzazione.
Spoiler: quando il cliente si “sbatte” per prenotare, difficilmente fa no-show.
Se inserisce i dati, riceve 3 messaggi, vede l’attenzione… se arriva in ritardo, ti scrive. Garantito.
E saprai anche che il richiedere la CC è un filtro che permette anche di selezionarti la clientela.
7. Monitora i dati dei no show!!
Lo so che non è per tutti i ristoranti, ma se riuscissi a monitorare i tuoi no show sarebbe davvero una mossa che potrebbe aiutarti a migliorare nel tempo. Anche qui, esistono diverse soluzioni digitali per velocizzare il tutto.
In sintesi? Le regole d’oro per evitare i no show:
✅ Ricorda la prenotazione e rispondi subito
✅ Introduci la regola dei 10 minuti di ritardo
✅ Semplifica la cancellazione
✅ Semplifica la cancellazione
✅ Considera caparre e CC
✅ Monitora i dati
Ma quindi i no-show sono un reato?
Penalmente? No, non sono un reato. Nessuno andrà in galera per aver prenotato e non essersi presentato.
Civilmente? Sì, si può fare qualcosa: la prenotazione è un accordo, anche verbale, e se avete una conferma scritta (es. WhatsApp, mail, SMS), e potete dimostrare un danno economico, puoi fare causa per inadempimento contrattuale ai sensi degli articoli 1218 e seguenti del Codice Civile, SOLO se riesci a dimostrare un danno economico concreto (cibo sprecato, personale pagato, fatturato perso).
Ma ecco il problema:
- avviare una causa costa tempo e soldi,
- bisogna avere prove solide,
- e spesso la somma in gioco non giustifica la spesa legale.
Quindi, nella pratica, è molto più efficace prevenire il problema con buone politiche di prenotazione e comunicazione, piuttosto che inseguire clienti fantasma in tribunale. Cosa ne pensi tu?
Faccelo sapere su Instagram taggandoci: soplaya.it
Ehi, se sei arrivata/o a leggere fino a qui, ti conviene “perdere” altri 2-3 minuti per scoprire come avere oltre 400 fornitori in un’unica App 🤯